Essere Taiji!
Pace e bene!
Il Taiji è conosciuto come l’arte marziale più raffinata e sottile e giorno per giorno ne sto scoprendo il significato.
Tanti la snaturano dimenticando la sua efficacia e la sua perfezione, ma per raggiungere tutto ciò non basta la pratica, l’allenamento della mera tecnica. Il lavoro interiore è la seconda faccia della stessa medaglia: non ci si può accontentare di diventare Taiji, perché ciò non accadrà mai, invece si può ESSERLO, spegnendo la propria razionalità e aprendosi a quell’immensità sconosciuta della propria energia, del soffio vitale che scorre in ogni uomo.
Non soffermarti sulla fisicità del movimento, ma cogli ogni aspetto, ogni emozione che quel movimento provoca in te.
Utilizza il Taiji come strumento di elevazione spirituale e l’energia scorrerà dentro di te come un flusso imponente e travolgente, tanto da colmare tutti i difetti del corpo e concedendoti l’esecuzione del movimento in modo unicamente esemplare.
Così eseguendo il Taiji assaporerai cosa significa il Paradiso: la pace interiore assoluta, l’elevazione del tuo spirito verso vette inimmaginabili, l’assenza totale del qui ed ora, dello spazio e del tempo, per essere immersi in una realtà del tutto particolare, delicata ma forte ed impenetrabile alla razionalità.
Solo il cuore può avvertire la sua potenza, la sua magnificenza e la divisione fra anima e corpo lascerà il posto alla loro unità perfetta.
Così praticando il Taiji aprirai dentro di te delle porte che si affacciano su un mondo sempre presente ma invisibile: il Taiji è il canale preferenziale per metterci in contatto con le energie sottili, le quali vivono solo dove c’è perfezione, pulizia, ordine ed armonia assoluta. Così modificherai le tue vibrazioni, le tue frequenze, rendendole sempre più sottili e sempre più sensibili a suoni e percezioni delicate.
Non è una contraddizione scrivere che il Taiji ti mette in contatto con il tuo angelo e poi descriverlo come l’arte marziale più raffinata ed efficace. La spiritualità e la concretezza sono le due facce della stessa medaglia, anche perché essere spirituali non significa certo essere degli allocchi creduloni. Al contrario la spiritualità conduce alla piena consapevolezza di se stessi, delle proprie potenzialità, fino ad incarnare la missione più elevata che è quella di amare incondizionatamente, quella di essere a disposizione dei più deboli, anche a costo della propria vita, praticando nel momento di estrema necessità l’arte.
Ieri come non mai ho compreso le parole del mio Maestro quando afferma che chi pratica il Taiji come si deve, sa difendersi anche senza mai aver applicato le sue tecniche. Questo accade perché quando l’energia scorre dentro di sé, si comprende il significato di ciascun movimento, percependo concretamente ciò che accade, proprio come se si stesse realmente combattendo contro un qualcuno d’invisibile, ma di cui si percepisce tangibilmente la sua fisicità.
Come siamo cambiati: anni fa la scuola era scuola, oggi non si può più definire così, oggi siamo in cammino e chi lo percorre con noi non fa altro che beneficiarne, visto che i neofiti stanno cogliendo e vivendo il Taiji proprio come noi Monaci. Sono così presi, avvolti, immersi in quest’onda senza fine che non riescono a fermarsi al punto fin dove hanno appreso la tecnica, proseguendo e copiandone le movenze e poi con sguardo colpevole, ma non troppo, consapevoli di aver trasgredito la regola, mi trasmettono il loro coinvolgimento più totale e silenziosamente con le labbra mi sussurrano: “E’ bello!”. Sarebbe un delitto fermarsi, non posso certo biasimarli, anni fa sarei stata categorica e severa, ma come reprimere o ammonire un tale gesto di apprezzamento: significa che c’è crescita, espansione, unità d’intenti e di cuori!
L’onda sta nascendo nel nostro piccolo monastero, desidera solo espandersi: ti aspettiamo a condividere con noi le emozioni e il benessere interiore che il Taiji può donare a ogni suo praticante.
Pace e bene.
Maestro Laura