"Eroi!"
Pace e bene!
Coerentemente con la settimana passata la lezione di venerdì sera di Bioenergetica Emozionale è stata dedicata allo studio di se stessi, delle migliaia di personalità che assumiamo e come riuscire a smantellarle.
Il nostro Maestro l’ha presa alla larga, per condurre passo dopo passo gli allievi nell’argomento.
E’ partito gioendo dal fatto che ora anche la scienza supporta le sue teorie sulla longevità della vita, asserendo che le cellule umane sono fatte per vivere in eterno. Il Maestro ha sempre affermato che il corpo umano è fatto per rigenerarsi e il suo decadimento dipende da stili di vita sregolati a livello fisico, emozionale e spirituale. L’equilibrio di questi tre aspetti dell’essere umano determinano la sua possibilità di vivere a lungo o meno. In passato è stato additato come “eretico” per le sue convinzioni e matti tutti noi che gli credevamo. L’articolo è visibile online e il suo link è: http://www.spaziosacro.it/interagisci/blog/blog2.php/le-cellule-sono-immortali-allora
Tutto si sta dipanando, “La pazienza è la virtù dei forti” dice un detto e il tempo ci sta dando ragione.
Come già scritto prima, coerentemente alla settimana altalenante, sia per delusioni che per equilibri positivamente destabilizzati da una riunione riservata solo ai Guardiani più anziani, che hanno affrontato e chiarito tematiche molto delicate riguardanti il percorso intrapreso, il Maestro ha introdotto il tema delle personalità rifacendosi agli insegnamenti di Gurdjieff. Come specificato nello scorso post il Maestro ha colto il consiglio del filosofo “Non siate studiosi, ma ricercatori” scoprendo un errore nella sua teoria su “personalità, essenza e vero io”: secondo il nostro Maestro invece nel percorso interiore prima si affrontano le personalità, una volta smantellate emerge il vero io, infine si raggiunge l’essenza.
Chi siamo veramente? Finché si pensa che il vero io sia il punto di arrivo del percorso non si raggiungerà mai la vera felicità, poiché sarà disturbata dai moti egoistici dell’io. L’essenza invece è pura, limpida, disinteressata e all’essenza è collegata la spiritualità.
Per certo possiamo affermare che nel mondo esistono persone che vivendo d’essenza, hanno rotto il limite solito dato alla vita, dimostrando in apparenza una certa età, ma lasciando trasparire tutta la loro saggezza e non appartenenza ai ritmi di questo mondo.
Che cos’è dunque la spiritualità? Di certo non centra con le istituzioni religiose che nel corso della storia l’hanno completamente soffocata sotto cumuli di menzogne, schemi rigidi e comportamenti incoerenti.
Padre Fulgenzio, un frate francescano, una delle guide più importanti del nostro Maestro affermava che “Spiritualità è silenzio!”, inteso non solo della parola, bensì come processo interiore che porta a spegnere tutti i pensieri: il silenzio interiore significa far tacere la mente, con tutti i suoi corsi e ricorsi razionali.
Il percorso per raggiungere tale silenzio è lungo e occorre operare lo smantellamento delle personalità che in base alla giornata, all’evenienza, alle persone coinvolte continuano a cambiare, attribuendoci così multiformi ed infinitesimali sfaccettature. Purtroppo s’innescano in modo automatico e non ci si rende nemmeno conto di quante maschere s’indossano: a forza di camuffare il nostro vero io, abbiamo smesso di sapere realmente com’è. E’ più facile crearsi una nuova maschera che far emergere chi siamo veramente.
La strada è veramente lunga per chi decide invece di rompere questo essere continuamente camaleonti.
Esistono vie per poter smantellare ciò che si è costruito negli anni e il primo passo è appunto andare alla ricerca del vero io, smantellando una dopo l’altra le personalità che abbiamo creato.
E’ facile identificarsi nell’esterno, come gli eroi delle serie televisive, o personaggi che hanno fatto la storia col loro andare contro corrente, ma quante volte invece ognuno si è identificato con se stesso? La risposta è palesemente visibile dall’andamento dell’Umanità, se ognuno si identificasse con se stesso il mondo sarebbe diverso perché:
“Identificarsi è vedersi attimo per attimo,
secondo per secondo!”
e la volta che capita d’identificarsi si vede quello che si ha dentro veramente e non so quanto potrebbe piacere. Operando in questo modo, cogliendo gli attimi di noi stessi, analizzando i dettagli del nostro modo di comportarci, parlare, sorridere, piangere, fingere, arrabbiarci, soffrire …. arriveremo a scandagliare prima e abbattere poi tutte le personalità che ci caratterizzano.
C’è da mettere sul piatto della bilancia quale vita vorremmo, se mantenere quella attuale così com’è o il provare ad impegnarci ad arrivare ai famosi 900 anni. Certamente occorre tempo per lavorare su di sé e bisogna ritagliarlo durante l’arco della giornata: basterebbe dedicare un’ora al giorno “all’identificazione” per attivare il processo di longevità.
Perché è così importante arrivare al vero io? Semplicemente perché il vero io, spogliato dalle maschere ed inserito nel processo di elevazione spirituale, potrebbe affrontare tutte le situazioni nello stesso modo.
Il vero io è talmente in alto, poiché appoggiandosi a e nutrendosi di spiritualità viaggia sopra le inezie e sulle futilità, così che può rapportarsi nello stesso modo con chiunque: ha la forza di portare le persone alla sua modalità e non viceversa.
Il vero io permette di dire le cose come stanno, senza camuffarle con belle parole, permette di affrontare le persone a testa alta con parole decisive e risolutive, perché pongono di fronte a scelte definitive.
“Siamo grandi venditori di fumo
perché ci adattiamo a chiunque”,
e invece di mantenerci saldi sulla via, mostriamo la nostra debolezza, adattando il nostro modo di essere alle esigenze egoistiche altrui e sminuendo così le scelte che abbiamo fatto. L’incapacità di mantenerci saldi, di esprimere la fermezza delle nostre scelte dipende dall’insicurezza di noi stessi, un’altra potente maschera che ci condiziona profondamente. Per gli altri abbiamo mille premure, cercando attenuanti, cercando il modo più “carino” meno “d’impatto” per comunicare situazioni che dovrebbero essere invece concluse una volta per tutte.
“Invece che identificarsi negli stereotipi
noi dovremo diventare gli eroi di noi stessi.”
Non è una sciocchezza ciò che scrivo, ma sono le parole pronunciate sempre venerdì sera dal Maestro: all’identificazione dunque segue il gioco con l’immaginare di essere l’eroe di turno, il protagonista del proprio film.
Il Maestro ha affermato che i nostri allievi sono veri eroi, perché stanno intraprendendo un viaggio non da poco, che li condurrà alla scoperta di chi sono veramente. La figura di supereroe si connota di un’accezione molto diversa da quella stereotipata: l’eroe è colui che ha il coraggio di essere se stesso!
Ogni giorno applicandosi nell’osservazione degli attimi di sé si potranno cogliere quei gesti, quelle azioni, quelle parole che hanno la facoltà di cambiare in positivo o negativo la vita delle persone che ci circondano. Diventarne consapevoli è una forza incredibile e ancor di più quando si attua il gioco si può creare la parodia di una propria personalità, che la fa immediatamente cadere e paradossalmente se ne cade una a noi, quello svincolarci da menzogne libererà da altrettante maschere anche chi ci circonda.
Mi piace l’idea della “tana libera tutti”, che avvalora sempre l’immagine del sassolino gettato nell’acqua: i suoi cerchi diventano sempre più grandi. Il cambiamento del singolo determinerà quello delle persone più vicine a lui e poi a catena e in modo esponenziale saranno coinvolte in questo processo sempre più persone. Il cambiamento dilagherà come un fiume in piena e sarà inarrestabile se si adotterà questo nuovo modo di pensare e di agire.
Che evoluzione: da semplice Maestro di Kung Fu ora anche filosofo. Già dopo un anno e mezzo di lezioni, il nostro Maestro ha reso il suo insegnamento un vero percorso di pensiero, tanto che gli ho attribuito il nuovo ruolo di filosofo.
I suoi insegnamenti hanno una tesi, “il corpo è fatto per rigenerarsi e dunque la longevità della vita va oltre i consueti limiti”, ha un corpo teorico che si sviluppa in una serie di pensieri concatenati che fondano, spiegano e avvalorano il perché e il come poter attuare tale tesi.
Lao Tze diceva che ogni grande viaggio parte con un primo passo, il nostro è il saper cogliere l’attimo. Il diventarne consapevoli innesca quel processo di comprensione, di previsione e anticipazione dell’errore, così che la possibilità di sbagliare sarà limitata, rendendoci persone diverse e speciali.
“Dobbiamo sviluppare l’attimo
che ha fatto la differenza.”
…. questo è il primo passo e saremo veramente dei supereroi!
Pace e bene.
Maestro Laura