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L'Arte per eccellenza!

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Perché è così importante unire il Taiji alla Bioenergetica? Perché il Taiji può cambiare completamente la vita?

Queste sono le domande poste dal nostro Maestro che martedì sera hanno aperto la lezione.

Monaci e allievi hanno dato una serie di risposte che hanno portato il discorso molto lontano, toccando temi delicati come: ”Dopo il sesto senso ne esistono altri e quali?”

Ciò che piacevolmente constato ogni volta che il Maestro insegna è che esiste un “Oltre” a ciò che già conosciamo. Le sue lezioni aprono il cuore e la testa a realtà di cui non si tiene più conto a causa del sistema di vita che l’uomo ha adottato, portandolo ad allontanarsi sempre più da se stesso, dalla sua vera natura e dunque dalla sua pura essenza.

Prima però di giungere a quell’Oltre bisogna essere consapevoli di se stessi e la pratica del radicamento è un ottimo metodo per raggiungere tale obiettivo.

Un altro modo pari al radicamento è il porre l’attenzione sulla propria respirazione, diventando consapevoli del ritmo, del moto, della sua intensità, profondità o superficialità. Tale esercizio è molto difficile però è anche vero che è sempre alla portata di mano: chi vi riesce è a metà dell’opera poiché raggiungendo tale consapevolezza sensibilizza di conseguenza la percezione (ossia l’attivarsi contemporaneo di tutti i sensi) e dunque anche la possibilità di prevenire errori e pericoli. Questa è la risposta a cosa serve il Taiji.

Poi il Maestro ha un metodo tutto suo per far amare il Taiji: quando sbagliamo non va certo per il sottile con noi Monaci anche davanti agli allievi, perché ricorda infatti che queste lezioni sono dei Monaci e gli allievi hanno la possibilità di parteciparvi apprendendo e crescendo con noi. Si arrabbia quando vede che ci rapportiamo col Taiji in modo diverso da come vuole lui: il Taiji è l’Arte Marziale allo stato puro e così deve essere vissuta. Non è movimento elegante o “danza”, ogni tecnica ha il suo perché, che può in caso di necessità salvare la vita. Con tale consapevolezza bisogna praticare quest’Arte, di cui il Maestro è molto geloso e che difende con tutto se stesso dalla superficialità e dalla mediocrità:

“La cosa bella che mi ha sempre affascinato del Taiji è che una persona gracile e indifesa ha sempre la meglio su un omaccione grande, cattivo e muscoloso. L’eleganza, la velocità, la morbidezza hanno sempre la meglio. L’esempio per eccellenza è quando c’è il vento potentissimo che distrugge tutto, il bambù invece nella sua sottigliezza non si rompe, perché la sua elasticità gli permette di piegarsi.

Se si oppone la forza alla forza vince certamente chi è il più forte, ma se si oppone la velocità, la morbidezza e l’elasticità … mamma mia.

Ecco perché non posso accettare la mediocrità e la superficialità.

Avete mai provato a fare un pieno di benzina nel motore a diesel? La macchina fa pochi metri e poi si ferma. Ma se nel pieno di diesel si mette un litro di benzina, il motore a lungo andare si ripulisce completamente da tutte le incrostazioni e diventa come nuovo. Ciò è valido anche per l’energia: se lascio entrare nella mia personalità alla prima volta le correzioni apportate ad altri, poiché la correzione all’uno è valida per tutti, se assorbo da chi da l’esempio corretto e trasmette un modo di essere diverso ma efficacie, automaticamente correggo le mie lacune e cresco.

Ecco perché insieme si è forti e si cresce più velocemente, ma occorre che ci sia un approccio diverso, in cui vi è condivisione di “virus ” di esempi da copiare che intaccano le strutture arrugginite della nostra interiorità e come la benzina, le ripuliscano completamente. Così con questo modo di rapportarsi il proprio “Chi”, il potenziale energetico proprio dell’essere umano, cresce e cresce anche la consapevolezza di tale facoltà, portandolo ad essere e a compiere ciò che non immagina neppure.”

Il nostro Maestro ha certamente una visione particolare del Taiji e della sua pratica e proprio questa diversità mi affascina, mi avvince e mi appassiona. Non si tratta infatti di sola tecnica, ma è il coinvolgimento completo della persona costellata di tutte le sue sfaccettature fisiche, emotive e spirituali: appunto è l’Arte che attraverso la semplicità trasforma ed eleva.

Per questo crediamo ciecamente nel binomio Taiji e Bioenergetica, poiché se non c’è crescita energetica e dunque sviluppo della persona, non c’è neppure vero Taiji, poiché il Taiji è l’espressione massima della propria energia.

A dire il vero la diversità è la nostra caratteristica e ci piace. Ci definiamo noi stessi “virus” che intaccano la consuetudine, l’abitudine e i punti di vista arrugginiti, pigri e sterili e proprio il Taiji è lo strumento a nostra disposizione per cambiare il mondo e noi ci crediamo ciecamente.

Pace e bene.

Maestro Laura

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