La fiamma interiore
Pace e bene!
La lezione di Bioenergetica Emozionale di giovedì sera ha seguito l’onda della lezione di Taiji di martedì scorso: il Maestro ha proseguito la sua sensibilizzazione nei confronti degli allievi di cosa voglia significare essere allievi di noi Monaci, come non sia sufficiente il seguire le lezioni senza apportare modifiche importanti ed evidenti nella propria vita.
Ha sottolineato come la lezione di Taiji e di Bioenergetica siano ormai indiscutibilmente connesse e mancare ad una vuol dire perdere un tassello importante per la propria crescita.
Ma la parte più importante riguarda la spiegazione inerente il perché esiste la superficialità e la mediocrità: il nostro Maestro non si perde certo in chiacchiere, per lui il cambiamento interiore necessita di fatti concreti che nutrono la consapevolezza di sé.
Prima di tutto per muovere i passi giusti è necessario comprendere il perché l’essere umano cada continuamente appunto nella mediocrità e nella superficialità e non si tratta tanto dello sbaglio di per sé, il cosiddetto errore, che nel corso della storia, nei campi tecnici e scientifici si è rivelato invece fonte di grandi scoperte e crescite. Si tratta invece di comprendere perché l’uomo perseveri in atteggiamenti che lo portano a mantenersi in livelli bassi, tanto da fargli perdere la sua bellezza interiore, offuscandola, intorbidendola fino a danneggiarla completamente.
La disattenzione, la non curanza, l’approssimazione nascono dal semplice fatto che manca dentro al cuore quel fuoco che fa ardere chi lo possiede di quei principi, di quella forza, di quel credo, di quella convinzione per cui si è pronti sempre e in ogni istante a lottare per difendere e tutelare quei meccanismi, quegli ambiti, quelle situazioni in cui viene minato il principio di equilibrio, armonia, ordine e pulizia. Chi possiede quel fuoco ardente dentro, vive la perfezione non come un ideale lontano ed irraggiungibile, ma al contrario è l’obiettivo che giornalmente nelle proprie mansioni, attività e relazioni si realizza con semplicità e spontaneità.
Chi non ha quel fuoco non vive ma sopravvive e accetta e subisce passivamente i meccanismi che i più “forti” impongono, a partire dalla società stessa con le sue regole e i suoi ritmi frenetici.
Così la lezione di giovedì sera è servita ad attivare quella fiamma, proprio perché l’uomo non può essere un automa o peggio ancora uno “zombie” che pensa solo alle prime necessità di sopravvivenza.
La tecnica svolta è di per sé molto semplice, ma la difficoltà non sta nel suo svolgimento, ma nella modalità in cui la si svolge, dall’energia con cui la si riempie: ecco il FUOCO! Ecco che per riuscire a trasmettere una semplice parola occorre sentirla dentro e riuscire ad espanderla a livello energetico tanto che chi è intorno la comprende senza che vi sia l’uso della voce, strumento fondamentale usato troppe volte in modo indiscriminato ed inappropriato.
Ecco che il sentire dentro di sé la parola comporta il diventare la parola stessa, ecco che con semplicità il Maestro ha cercato di nutrire il nostro ESSERE!
Ci sta dunque insegnando a ritrovare noi stessi, eliminando giorno per giorno, passo dopo passo le maschere che abbiamo accumulato nel corso degli anni. Ma l’ESSERE può manifestarsi solo se la fiamma interiore riacquista la sua vitalità, la sua forza, il suo splendore … il suo calore e il Maestro ora come non mai sta riaccendendo il FUOCO dentro di noi, innescando un meccanismo senza ritorno d’importanti cambiamenti interiori!
Vi avevo già preannunciato che nel Monastero si respira un’aria diversa e presto vi renderò partecipi delle sue ventate di novità!
Pace e bene.
Maestro Laura